Con il primo bordello di sex dolls aperto a Torino, Lumidolls, anche nel nostro Paese si è cominciato a parlare di questi strani ma eccitanti giocattoli del sesso, che riproducono nel minimo dettaglio le fattezze di una vera donna (o di un vero uomo!).

Lo scandalo non è stato causato tanto dall’ammettere che gli uomini fanno sesso con delle bambole di plastica o, in questo caso, di silicone iper realistico: pare che fin dal 17° secolo i marinai si costruissero delle rudimentali sex dolls in stoffa per i lunghi viaggi, lontano dalle mogli.

Si vocifera che persino Hitler fece costruire delle bambole del sesso da distribuire ai soldati, ma la motivazione non fu la gratificazione sessuale: la doll serviva ad impedire che i militari tedeschi sfogassero i loro istinti con donne non ariane, compromettendo la purezza della razza.

Al contrario, ciò che spaventa delle bambole ad uso sessuale, soprattutto quelle così realistiche da sembrare vere, è che possano in futuro sostituire l’interazione, il corteggiamento e la sessualità con una partner in carne ed ossa. 

 

Gli #iDollators, che si fidanzano e addirittura si sposano con le loro bambole del sesso

 

Tempo fa, nel documentario Silicone Soul diretto da Melody Gilbert, apparì la storia di John, un uomo di 54 anni che ha sposato una sex doll iper realistica in silicone, Jackie. Se la porta in giro con una carrozzella per disabili, cenando con lei nei ristoranti di Chicago senza preoccuparsi degli sguardi curiosi della gente.

Ma il caso sicuramente più famoso è quello di Davecat, apparso nei media di tutto il mondo: questo è il nickname di un uomo sulla quarantina di Detroit, che si considera sposato con una della sue sex dolls, Sidore. Siccome il loro matrimonio è poliamoroso, Davecat ha altre tre bambole in casa: Elena Vostrikova, Miss Winter e Dyanne.

Ciascuna delle bambole ha un suo profilo Twitter, proprio come se fossero persone in carne ed ossa. L’uomo e le sue dolls sono apparsi persino su Real Time, nel programma Io e la mia ossessione.

Sarebbe sbagliato, però, pensare che si tratta di casi isolati: la community degli #iDollators (così si chiamano gli uomini che si innamorano delle sex dolls) è molto nutrita su Internet. Chiamano le donne di plastica “synthetics”, e mostrano di preferirle di gran lunga alle donne reali.

Pare che il termine derivi da idolator, cioè “idolatra”. Quel che è certo è che il sesso è un fattore marginale nella decisione di questi uomini di entrare in una “relazione” con una bambola: a loro interessa averla sempre a disposizione per compagnia, e per ciò che loro considerano “amore”.

Sono convinti di essere dei pionieri della tecnologia: dalle loro conversazioni online sui forum dedicati, è palese che credano fortemente che prima o poi tutti gli uomini sceglieranno le donne “sintetiche”. Che scenario apocalittico!

Oltre a ciò, uno dei problemi di questa community così attiva pare quello di alcune sex dolls, provenienti soprattutto dal lontano Oriente, che a causa della loro altezza ridotta e dei loro volti da tipica Lolita giapponese, somigliano più a ragazzine minorenni che a donne adulte. Questo proprio non ci piace!

 

Ma quindi…è vero che le sex dolls sostituiranno l’amore con una donna vera?

 

Per il pubblico mainstream, iDollators a parte, le bambole del sesso ad oggi non sono altro che sex toys. Sono ipertecnologiche, sofisticate ed incredibilmente realistiche, ma pur sempre giocattoli erotici che, al pari di vibratori e dildo, servono solo a portare un po’ di novità in camera da letto.

Siamo certi che i numerosi clienti di Lumidolls, il nuovo bordello di sex dolls aperto a Torino, non si sognano nemmeno di sposare una donna di plastica anziché una reale. Sappiamo invece che numerose coppie frequentano questo e altri locali dove sperimentare le bambole del sesso, per vivere il brivido del sesso a tre senza dover introdurre una terza persona nella relazione, affrontando il rischio di gelosie ed incomprensioni.

Tutto ciò è sano e normale, e non può che far bene alla sessualità di un singolo o di una coppia. Oppure, perché no, di una donna che vuole evadere dalla solita routine con un bambolo sexy! Il problema si pone quando l’utente della sex doll non riconosce che si tratta di un giocattolo. Quando, cioè, la relazione con la bambola si sostituisce a quella con una donna reale.

Non abbiamo nessuna intenzione di giudicare le scelte degli iDollators, ma crediamo che le convinzioni su cui si basa il loro stile di vita siano un po’ troppo maschiliste, e mirino a rendere la donna sempre più un “oggetto”, esattamente come le loro amate “synthetics”, piuttosto che un essere umano con i suoi sentimenti e le sue opinioni, da amare e rispettare.

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